Delitto Garlasco: parla il genetista che firmò la prima perizia
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Delitto Garlasco, il genetista: “DNA su Chiara Poggi? Ecco di chi è”

Alberto Stasi

Il caso Chiara Poggi e del delitto di Garlasco: parla il genetista che firmò la prima perizia sul corpo della vittima. Di chi è il DNA trovato.

L’esame del DNA di Andrea Sempio e la novità dell’apparizione di un supertestimone. Il delitto di Garlasco con l’omicidio di Chiara Poggi torna ad essere argomento di grande attenzione nella cronaca italiana. In queste ore, il genetista che firmò la prima perizia sul corpo della vittima, anche in chiave del ritrovamento di tracce di DNA, ha spiegato la sua posizione in merito a quanto trovato sul cadavere della ragazza.

Provetta

Delitto Garlasco: parla il genetista della prima perizia

Intervistato dal Corriere della Sera, il genetista che firmò la prima perizia sul corpo di Chiara Poggi, il professor Francesco De Stefano, ha commentato i recenti sviluppi soprattutto in relazione alle tracce di DNA rinvenute all’epoca dalle quali, ora, sembrano poter emergere delle novità. “Se mi sono venuti dubbi su quella perizia? Sono sincero. Siccome io non ho verità in tasca inizialmente mi sono chiesto: ma davvero mi è sfuggita una cosa così grande? Sono andato a riprenderla e ristudiarla e vabbè, mi sono tranquillizzato. I risultati quelli sono e quelli restano“.

Sul risultato della perizia: “Se è cambiato qualcosa? Come fa a cambiare? Quel che è scritto è risultato durante le operazioni peritali a Genova, tra l’altro in presenza e in accordo con i consulenti di Alberto Stasi. Se ci sono quattro marcatori su 16 quelli sono. Se c’è solo il cromosoma Y c’è solo lui. E vorrei ricordare che il cromosoma Y ci dice che la persona è di sesso maschile, non ci serve a identificare chi potrebbe essere. Tra l’altro, io ero e resto convinto che nei risultati ci sono almeno due cromosoma Y“.

Di chi è il DNA sul corpo di Chiara Poggi

Il genetista si è quindi detto convinto della presenza di due DNA appartenenti a figure di sesso maschile: “Esatto. In un marcatore abbiamo trovato due caratteri genetici e dovremmo trovarne uno perché la Y in un essere umano di sesso maschile è una. Erano marcatori frammisti a risultati incostanti, spesso diversi fra loro. In più abbiamo ripetuto l’esame tre volte e ci ha dato tre risultati diversi. Lo capisce chiunque che la replicabilità del risultato è importantissima. Quel giorno le assicuro che non c’è stata. Quel DNA non era attribuibile a nessuno“.

A domanda precisa su Andrea Sempio e sulla possibilità di attribuire quindi quella traccia trovata sulla Poggi a lui, il professore ha risposto: “Dicono che un nuovo software avrebbe elaborato i risultati dando un esito diverso. Nella comunità scientifica c’è sempre stato una sorta di pregiudizio nei confronti dei software… Perché i software non fanno altro che elaborare le informazioni partendo dai dati che gli vengono forniti. E, per fare un esempio, se io trovo quattro marcatori sotto un’unghia, due sotto un’altra e tre sotto un’altra ancora non ne ho trovati nove da inserire tutti assieme nel software. Sono tre dati diversi. Glielo devi dire al software”.

Il genetista ha poi affermato di non aver avuto modo di vedere la consulenza che attribuisce a Sempio il DNA sulle unghie di Chiara ma anche che, secondo lui, proprio quel DNA “è un DNA trasferito da contatto con oggetti […]”.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2025 8:57

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